STORIA

PARCO NAZIONALE DEL POLLINO

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Il Parco Nazionale del Pollino, istituito nel 1993, comprendente l’appennino calabro-lucano,

è il parco più grande d’Italia con un’estensione di 192.565 ettari. 

E’ uno dei dieci siti in Italia nominati dall’UNESCO, come Global Geopark.

Il massiccio del Pollino, da cui il parco prende il nome, 

è tra le vette più elevate;

mentre tra la vegetazione si distingue, per rarità e peculiarità,

il Pino Loricato, simbolo del Parco:

un relitto dell’ultima glaciazione che svetta

disegnando il profilo paesaggistico e che, a nord del Parco,

 discende dolcemente verso i fiumi Sinni e Mercure-Lao

e, a sud, si presenta aspro e accidentato.

LA VALLE DEL SARMENTO

Nel versante nord-orientale della catena montuosa del Pollino, si estende il territorio regionale lucano che comprende

 tre valli: la Valle del Mercure, la Valle dell’Alto Sinni e la Valle del Sarmento.

Quest’ultima è un piccolo lembo in cui scorre il fiume Sarmento, affluente del basso corso del Sinni,

lungo cui si distribuiscono i cinque piccoli borghi presenti nel suo territorio:

Noepoli, Cersosimo, San Paolo Albanese, San Costantino Albanese e Terranova di Pollino.

Il paesaggio si caratterizza per l’alternanza di basse e medie colline, altipiani e zone montuose.

CERSOSIMO E LA SUA SIGNIFICATIVA STORIA URBANA

Cersosimo, adagiato su di una delle colline lungo il fiume Sarmento,

ha una superficie totale di 2.465 ha,

di cui circa 400 ha sono boschi ed aree verdi di proprietà comunale,

con alternanza di paesaggi tipici montani e paesaggi di medie colline

e altipiani, coperti prevalentemente da cerro, roverella e farsetto.

La fondazione, formazione e sviluppo del paese vede origini antiche e si disloca nel tempo su tre momenti storici,

che delineano le tre fasi insediative principali:

1° FASE

L’antica Cersosimo detta il “Castello”

(presumibilmente databile al III-IV sec. a.C.)

2° Fase

L’insediamento monastico

di Santa Maria di Kyr-Zosimo

(prima citazione in un documento del 1034,

in epoca medievale, di impianto italo-greco e, in seguito alla latinizzazione nel 1088, passa  in possesso di Cava dei Tirreni)

3° FASE

Attuale centro abitato

(si sviluppa inizialmente come centro agricolo attorno all’insediamento monastico)

L'ANTICA CERSOSIMO DETTA IL "CASTELLO"

Il “Castello” è il primo insediamento di Cersosimo,

documentato grazie ai ritrovamenti di resti archeologici nei pressi di un’altura detta “Costa del Castello”:

chiamata così proprio per la presenza e per il rinvenimento di resti di antichi oggetti,

rinvenuti in quei luoghi a seguito della lavorazione dei terreni.

Altura che dal profilo orografico si prestava a fini difensivi, impostandosi sul ciglio dell’altopiano che la costituisce.

Una serie di studi si sono avvicendati nel tempo,

indagando però solo su una parte dell’intero areale su cui si suppone si estendesse questo antico insediamento.

La prima campagna archeologica risale al 1888 ed è stata condotta dall’archeologo Michele La Cava,

che pubblica il testo “Antichità Lucane (da scavi praticati negli anni 1888 e 1889) del sito dell’antica Siri,

degli avanzi delle sue terme, di Cersosimo Vetere, Serra Maiori ed altri luoghi antichi”.

Qui vi restituisce una prima impostazione di come potesse essere l’impianto urbano sostenendo l’esistenza di un’ Acropoli,

descrivendo i resti con un disegno planimetrico e ipotizzando un sistema difensivo della città costituito da due cinte murarie.

Nelle successive campagne di scavo e con i più recenti studi sono state rinvenute due importanti strutture:

Una grande dimora di tipo residenziale con caratteristiche monumentali, dunque di proprietà di un nucleo familiare

appartenente ai vertici della comunità locale, che occupa la terrazza centrale dell’acropoli e presenta due fasi di vita.

Lo spazio è articolato attorno ad un ampio cortile centrale detto “corte a peristilio”,

che rappresenta un’ innovazione senza confronti nel panorama lucano;

Il secondo edificio ubicato sulla sommità del pianoro ha anch’esso un carattere monumentale

e funzionale dell’auto-rappresentazione di élites locali.

Questo tipo di pianificazione dà all’insediamento un carattere “protourbano

che si caratterizza soprattutto dall’effettiva messa in opera di una importante cinta di fortificazione in blocchi di conglomerato,

realizzata secondo tecniche costruttive greche,

che delimita il sito e che rappresenta una delle evidenze archeologiche più lampanti.

L'INSEDIAMENTO MONASTICO DI SANTA MARIA DI KYR-ZOSIMO

Il monastero è di origine greca e nasce nel cuore di un territorio

caratterizzato dagli intensi movimenti migratori dei greci, che in quell’epoca arrivavano dalla Sicilia e dalla Calabria. 

La presenza monastica si attesta in due momenti:

una 1° FASE, tra il X-XI secolo, durante la quale il monastero vede la sua origine come insediamento greco;

una 2° FASE, a partire dal XII secolo, dove il monastero diventerà dipendenza della Badia della S.S. Trinità di Cava dei Tirreni,

per concessione del principe Ugo di Chiaromonte e sua moglie Giumarca (allora possessori di quei territori).

Dal 1088, infatti, il monastero svolse un ruolo determinante nel controllo territoriale dei possedimenti Cavensi

e negli anni arriverà a gestire un vasto patrimonio di donazioni, che erano concesse dai territori di Valsinni,

San Costantino Albanese, San Paolo Albanese, Oriolo, Colobraro, Episcopia, S. Arcangelo e Teana.

Tra i vari priori che ressero il monastero di Cersosimo si distinse Falcone che diventerà abate di Cava e verrà proclamato Beato.

Tra il 1300 e il 1400 iniziò una fase di declino per l’antico monastero diventando successivamente una semplice grancia.

Nel 1536 avvenne la vendita definitiva ai fratelli Carlo e Marco Cavazia di Taranto.

Ultimo cappellano di S. Maria, a cui fu ceduto in perpetuo il suo patronato, fu il sacerdote Guglielmo Massaro di Tursi. 

Finisce, così, l’importante storia dell’insediamento monastico di Cersosimo,

che ha avuto un ruolo egemone nella gestione del patrimonio di Cava ma di cui, oggi, non vi resta alcuna traccia.

Attuale centro abitato

Si parla della nascita di un casale attorno all’insediamento monastico che rappresentò il primo germe

da cui avrà poi origine l’attuale centro abitato: centro che si estende ai piedi dell’altura del “Castello”.